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Sala 8 - Sala di Diana

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Sala 8 - Sala di Diana

La Sala di Diana, progettata accanto alla Biblioteca, era riconoscibile per le cromie dette a «color turchinetto», che ricordavano le coeve produzioni della manifattura di Josiah Wedgwood.

Interamente dedicato alla dea della caccia e al relativo mito, l’ambiente appare memore delle decorazioni in stucco emerse dalla scoperta delle Terme di Baia e da altre antichità. A occuparsene, l’architetto fiorentino Domenico Chelli, già autore degli affreschi dell’attigua Biblioteca e insegnante del Real Istituto di Belle Arti, nonché scenografo del Teatro San Carlo, probabilmente in collaborazione con Carlo Brunelli.

I colori della sala erano esaltati da tende color oro chiaro, in contrasto con le sedie e i tavolini rivestiti in pelle verde. Di solito, qui stazionava la scala in mogano utile alla presa dei libri dalla vicina Biblioteca. Sulla volta è raffigurata Diana al bagno con le Ninfe, mentre le altre scene riprendono episodi legati al suo mito, quali: Diana e Pan, Diana e Giunone, Diana e Apollo, Diana cacciatrice, Apollo e Dafne, Scena di sacrificio a Diana.  

Dietro la Sala di Diana, mediante una scala, si accedeva al Belvedere, scandito dagli otto trofei militari.


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