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La Sala di Diana, progettata accanto alla Biblioteca, era riconoscibile per le cromie dette a «color turchinetto», che ricordavano le coeve produzioni della manifattura di Josiah Wedgwood.
Interamente dedicato alla dea della caccia e al relativo mito, l’ambiente appare memore delle decorazioni in stucco emerse dalla scoperta delle Terme di Baia e da altre antichità. A occuparsene, l’architetto fiorentino Domenico Chelli, già autore degli affreschi dell’attigua Biblioteca e insegnante del Real Istituto di Belle Arti, nonché scenografo del Teatro San Carlo, probabilmente in collaborazione con Carlo Brunelli.
I colori della sala erano esaltati da tende color oro chiaro, in contrasto con le sedie e i tavolini rivestiti in pelle verde. Di solito, qui stazionava la scala in mogano utile alla presa dei libri dalla vicina Biblioteca. Sulla volta è raffigurata Diana al bagno con le Ninfe, mentre le altre scene riprendono episodi legati al suo mito, quali: Diana e Pan, Diana e Giunone, Diana e Apollo, Diana cacciatrice, Apollo e Dafne, Scena di sacrificio a Diana.
Dietro la Sala di Diana, mediante una scala, si accedeva al Belvedere, scandito dagli otto trofei militari.
Il dipinto Cetrioli e cespo di insalata fa da pendant alla tela raffig
Fichi secchi e nocciole raffigura una teoria di frutta secca che evoca atmo
Nel dipinto dal titolo Frutti di mare, ostriche, ricci freschi e cannolicch
L’opera raffigurante un melone e un vaso di fiori in terracotta appartiene alla
Questa natura morta è tra le più antiche scelte da Hackert per decorar
La natura morta Piatto di pesce e brocca, caratterizzata da una ceramica de
Pendant della tela raffigurante un cespo di insalata e cetrioli, il quadretto co