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La Sala da gioco era dedicata allo svago e poteva ospitare fino a sedici persone. È realizzata nel 1798, dall’ebanista Emanuele Girardi, a cui ci si può simpaticamente riferire con l’appellativo de “Il Thomas Chippendale napoletano”, con riferimento al famoso designer inglese.
La sala, che poteva ospitare fino a sedici persone, era collocata dietro la Galleria e riceveva luce soltanto attraverso un piccolo oculo: una finestra circolare posta sopra la porta. Da questo ambiente, il re poteva accedere direttamente alla Cappella, proprio come accadeva anche alla Reggia di Caserta.
Vista l’esposizione non proprio vantaggiosa e lo scarso apporto di luce, l’ambiente era dotato di due camini. Inoltre, esso era arricchita da due cassapanche in pelle verde e sei tavolini da gioco. Questi ultimi, verniciati di mogano e ricoperti anch’essi di pelle verde, venivano rinchiusi in un cassone quadrato a fine giornata.
Alle pareti erano affissi nove dipinti mai sostituiti nel tempo: opere dai soggetti vari, tra cui figurano scene di mercato tra cui spiccano curiosi ammiccamenti o interni di cucina.
Cacciagione con lepre morta è tra i dipinti scelti da Hackert per
Pur risalente alla prima metà del XVIII secolo, quando il Real Sito di Carditell
L’opera Pesca di tonni e coralli è scelta da Hackert per la
Il dipinto è tra i più antichi del Real Sito di Carditello, dove nel 1792 si tro
Il dipinto è tra quelli scelti da Hackert per arredare la «Dietrocamer
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Il quadro, attribuito a Giacomo Francesco Cipper, raffigura un pescato
L’opera raffigura una scena di vita quotidiana di un’umanità misera e rattoppata
La venditrice di pollame e selvaggina con occhiali rappresenta una scena di