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Sala 6 - Anticamera

Sala 6 - Anticamera

L’Anticamera, simmetrica alla Sala da pranzo e dipinta di color «piombino». 

Le finestre erano ornate da tende in seta verde, evidenziando così le sovrapporte con cacce dipinte in stile antico e a monocromo, realizzate da Carlo Brunelli, memori dei ritrovamenti degli scavi di Pompei ed Ercolano. 

Il riscaldamento avveniva tramite l’accensione del camino, davanti al quale il re si tratteneva con i suoi gentiluomini, seduto su un divano in pelle verde; completavano l’arredamento dodici sedie in pelle verde con borchie dorate, otto con braccioli e quattro senza. La moda dei camini viene lanciata da Robert Adam, architetto e arredatore della corte inglese, nonché una delle figure più influenti del Neoclassicismo europeo. I suoi ambienti, progettati ricercando l’eleganza e la simmetria delle forme, prediligono colori come il verde e l’azzurro. L’idea di trasformare i camini in elementi caratterizzanti dell’arredo, nasce in Adam durante i suoi studi a Roma, dal 1754 al 1758, a seguito del suo incontro con Giovan Battista Piranesi, socio della Reale Accademia degli Antiquari di Londra e autore del volume Diverse maniere di adornare i camini e gli altri edifici.

Ad arricchire le pareti dell’anticamera svettavano anche le specchiere in legno di noce di Nicola e Pietro Fiore: verniciate di mogano, intagliate e dorate, erano coronate da un quadro relativo al tema della caccia. Sotto le specchiere, si trovavano accostate le consolle di legno intagliato, decorate con rosoni in bronzo e piedi a piramide. Esse erano ricoperte da ripiani in pregiatissimo marmo verde antico “ad un sol pezzo”, acquistati dall’architetto Francesco Collecini nel 1789, e caratterizzate sul fronte da un grazioso medaglione bianco decorato da volatili. 

Tutt’intorno alle pareti erano distribuiti i quadri che documentavano le battute di caccia al cinghiale e cacciagione, frequenti nelle campagne di Terra di Lavoro. Durante l’esilio dei Borbone in Sicilia parte di questi dipinti è utilizzata per arredare la Ficuzza e, perciò, al rientro dei sovrani vengono affissi, al loro posto, dei paesaggi di Pieter Mulier intitolati: Paesaggio con personaggi; Paesaggio con due figure, grotta e uccelli; Paesaggio con arcobaleno, uomini e armamenti; Veduta di castello con figure ed armamenti; Paesaggio con torre antica, animali e uomini.

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